Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo la segnalazione di un ulteriore importante contributo alla valorizzazione del patrimonio storico.artistico del nostro territorio.
Torna a risplendere nella chiesa di San Pietro di Sezze, dopo un lungo e delicatissimo intervento di restauro durato circa due anni, la mirabile tela del XIX Sec. raffigurante “San Michele Arcangelo” del pittore setino Giuseppe Turchi
Torna a risplendere nella chiesa di San Pietro di Sezze, dopo un lungo e delicatissimo intervento di restauro durato circa due anni, la mirabile tela del XIX Sec. raffigurante “San Michele Arcangelo” del pittore setino Giuseppe Turchi
E'
la quarta opera del pittore setino fatta restaurare a cura della
Confraternita del Sacro
Cuore di Gesù detta dei "Sacconi di Sezze", dopo la tela del Sacro Cuore di Gesù, il
Calvario e la tela dei Ss. Cosma e Damiano.
Cuore di Gesù detta dei "Sacconi di Sezze", dopo la tela del Sacro Cuore di Gesù, il
Calvario e la tela dei Ss. Cosma e Damiano.
La
tela in origine era posizionata nel soffitto della vicina chiesa di
San Michele Arcangelo e fu fatta rimuovere e ricollocare all'interno
della chiesa di San Pietro ad opera di Don Vincenzo Venditti.
Il
Turchi per la composizione pittorica si è ispirato all’omonima
opera di Ludovico Gimignani
conservata nella chiesa di
Sant'Andrea delle fratte a Roma.
Le
operazioni di restauro conservativo dell’opera sono state molto
complicate, come ci spiega il restauratore Mario
Salvatori, in quanto il
Turchi ha usato per dipingere San Michele una sottilissima tela
formata da due lembi di lino cuciti longitudinalmente che erano stati
incollati irreversibilmente, (in un precedente e mal riuscito
restauro), a delle assi di legno imbarcate e sconnesse che gli
agenti atmosferici e l’azione devastante degli insetti xilofagi
avevano reso irrecuperabili.
Si
è proceduto quindi alla rimozione delle tavole tramite l’azione
meccanica di una fresatrice a pantografo fino ad arrivare al retro
del delicatissimo dipinto.
La
tela così liberata dal fatiscente supporto ligneo è stata foderata
su una tela di lino purissimo e rimontata su un telaio di legno ad
espansione.
L’accurata
operazione di pulitura ha fatto riemergere in tutta la sua bellezza
la preziosissima gamma cromatica del dipinto ricco di giochi
prospettici chiaroscurali che ricordano in alcuni tratti la maniera
Caravaggesca, con la corazza di un blu lapislazzuli e il mantello di
un rosso cinabro e lacca di garanza, colori a quel tempo
costosissimi, che fanno intuire la ricca ed importante committenza di
chi ordinò l’opera.
Si ringrazia il restauratore Mario
Salvatori per la sua valente e squisita maestrìa e quanti hanno
permesso, con il loro prezioso contributo, il restauro di questa
importante opera.
Per ulteriori informazioni dal sito Setino.it
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