domenica 5 giugno 2016

Il restauro del “San Michele Arcangelo” del pittore setino Giuseppe Turchi ad opera del nostro Mario Salvatori ...

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo la segnalazione di un ulteriore importante contributo alla valorizzazione del patrimonio storico.artistico del nostro territorio.

Torna a risplendere nella chiesa di San Pietro di Sezze, dopo un lungo e delicatissimo intervento di restauro durato circa due anni, la mirabile tela del XIX Sec. raffigurante “San Michele Arcangelo” del pittore setino Giuseppe Turchi



E' la quarta opera del pittore setino fatta restaurare a cura della Confraternita del Sacro
Cuore di Gesù detta dei "Sacconi di Sezze", dopo la tela del Sacro Cuore di Gesù, il
Calvario e la tela dei Ss. Cosma e Damiano.
La tela in origine era posizionata nel soffitto della vicina chiesa di San Michele Arcangelo e fu fatta rimuovere e ricollocare all'interno della chiesa di San Pietro ad opera di Don Vincenzo Venditti.
Il Turchi per la composizione pittorica si è ispirato all’omonima opera di Ludovico Gimignani conservata nella chiesa di Sant'Andrea delle fratte a Roma.
Le operazioni di restauro conservativo dell’opera sono state molto complicate, come ci spiega il restauratore Mario Salvatori, in quanto il Turchi ha usato per dipingere San Michele una sottilissima tela formata da due lembi di lino cuciti longitudinalmente che erano stati incollati irreversibilmente, (in un precedente e mal riuscito restauro), a delle assi di legno imbarcate e sconnesse che gli agenti atmosferici e l’azione devastante degli insetti xilofagi avevano reso irrecuperabili.


Si è proceduto quindi alla rimozione delle tavole tramite l’azione meccanica di una fresatrice a pantografo fino ad arrivare al retro del delicatissimo dipinto.
La tela così liberata dal fatiscente supporto ligneo è stata foderata su una tela di lino purissimo e rimontata su un telaio di legno ad espansione.

L’accurata operazione di pulitura ha fatto riemergere in tutta la sua bellezza la preziosissima gamma cromatica del dipinto ricco di giochi prospettici chiaroscurali che ricordano in alcuni tratti la maniera Caravaggesca, con la corazza di un blu lapislazzuli e il mantello di un rosso cinabro e lacca di garanza, colori a quel tempo costosissimi, che fanno intuire la ricca ed importante committenza di chi ordinò l’opera.

Si ringrazia il restauratore Mario Salvatori per la sua valente e squisita maestrìa e quanti hanno permesso, con il loro prezioso contributo, il restauro di questa importante opera.


Per ulteriori informazioni dal sito Setino.it

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