San Tommaso 2014
Anche quest'anno eventi culturali e religiosi per ricordare il grande San Tommaso
Cosa vuol dire celebrare il proprio Patrono? Ma anche: cosa vuol dire celebrare la festa del Patrono di una città la cui fede bimillenaria è orgoglio di speranza?
Domande che possono sembrare fuori luogo, che richiamano un retaggio culturale che qualcuno può dire che non gli appartiene. Ma egli sa bene che non è così.
I valori e le tradizioni che ci sono state trasmesse ci appartengono, lo vogliamo o non lo vogliamo. E allora di nuovo: cosa vuol dire celebrare il proprio Patrono? Vuol dire prenderlo come modello e guida nelle scelte quotidiane. Cosa ci dicono ancora oggi i santi? Celebrare il loro ricordo vuol dire anche, mi sia permesso l'azzardo, celebrare noi stessi. Perchè no? Vuol dire celebrare la nostra fede e lasciarci illuminare da essa. Celebrare, in questo caso, se stessi vuol dire riconoscere chi siamo realmente, quali sono le radici da cui prendiamo linfa e quali sono i frutti da portare.
San Tommaso per noi non è una tradizione morta, sepolta da un velo di polvere, da tirar fuori una volta l'anno! Celebrare la sua festa vuol dire parlare di noi, di ognuno di noi. Vuol dire ricordarsi chi siamo realmente, da dove veniamo e dove siamo chiamati ad andare, mano nella mano con i nostri figli.
Tutto questo è la festa del Patrono.
Ma non solo: dire che la sua festa non è una tradizione morta vuol dire risolutamente considerarlo nella vita di ogni giorno e lasciarci guidare dalla sua fede tanto grande da sorpassare i secoli e giungere fino a noi, ancora oggi dopo 740 anni a dirci qualcosa. Ma che cosa?
Ci dice che la relazione con Gesù Cristo è cosa concreta. Ci dice che la nostra fede va sempre approfondita e conosciuta. Ci dice che lui sta lì da tanti secoli e ci conosce bene, fin dalle più lontane generazioni. Ci parla di amore, ci parla di fedeltà, ci parla di luce promanante e rifulgente. Sì la sua luce di santità e soda dottrina promana e rifulge lucente. Abbaglia gli occhi dello stolto e ridona vigore allo spossato.
Celebrare San Tommaso per noi è vita e se noi lo intendiamo così come vi dico, è gioia profonda e verace: il suo ricordo diventa vita della nostra vita, proprio perchè egli, la sua vita, ce l'ha consegnata (e non donata) affidata (e non lasciata)! Ci ha lasciato il suo ultimo respiro, anelito e consegna di fedeltà immutabile e immutata, quel lontano 7 marzo del 1274.
Noi siamo i suoi figli!
Da allora è rimasto in mezzo a noi. Giungendo a Fossanova aveva citato il Salmo 31: “Questo è il mio riposo per sempre; qui abiterò perchè l'ho desiderato”.
Siamo i grandi depositari del suo messaggio. E sembra poco?
Quella reliquia (la sua testa inargentata nello splendido reliquiario) per noi è vanto, è orgoglio, è garanzia di tutela. È parte di ciò che ci è rimasto dopo la traslazione di gran parte del suo corpo in quel di Tolosa.
Noi sappiamo bene che essa è autentica: ce lo dicono i documenti e il nostro senso di fede immutato nei secoli. Quegli stolti che ne mettono in dubbio l'autenticità si sbagliano di grosso. Non sanno nulla. Non possono capire tutto quello che ci lega al nostro Santo e quello che per noi le sue reliquie significano. Ma noi la difendiamo questa verità, ma soprattutto ci crediamo? Trasmettiamo la sua devozione ai nostri figli?
Quest'anno l'abbiamo festeggiato con gran solennità. In quest'esperienza di fede ci ha fatto da guida il nuovo Vescovo Mariano, che fin dall'inizio della sua vita in mezzo a noi ha fatto capire da subito che a questo Patrono ci tiene assai, tanto da voler guidare lui stesso la processione e infiammare i nostri cuori, sia il giorno del suo Ingresso in Cattedrale sia il giorno della festa patronale, con parole esaltanti, grondanti di affetto e di devozione nei confronti di San Tommaso.
La settimana della festa è stata un trionfo: eventi culturali che hanno incorniciato bene la festa religiosa, promossa come sempre dall'Arcipretura cattedrale. Conferenze, incontri nelle scuole presenti sul territorio (tutte attività promosse dall'Istituto comprensivo “San Tommaso”, diretto sapientemente dalla dott. ssa Anna Maria Bilancia), concerti … un triduo solenne predicato, la benedizione e inaugurazione della mostra che l'Associazione delle Arti ha voluto dedicare alla nostra Basilica Cattedrale, che l'anno scorso compiva 830 anni dalla sua Consacrazione. La Messa solenne in canto presieduta dal Vescovo e concelebrata dai sacerdoti della città e della diocesi, la processione per il Corso e la “Statio” con la funzione nella chiesa conventuale di San Tommaso ….
Il giorno seguente la caratteristica e tradizionale fiera cittadina.
La presenza dei Sindaci del comprensorio e la solerzia organizzatrice del nostro Sindaco Angelo Delogu …
Non poteva andare meglio di così.
Un ringraziamento, doveroso e affettuoso, a tutti coloro che hanno collaborato.
Cosa resta di questi giorni?
La fedeltà al deposito che abbiamo ricevuto dai nostri avi e l'impegno a progredire in questa via. Pensiamo spesso al nostro Patrono, che è più unico che raro, prendiamolo a modello della nostra fede e ricordiamoci della fraternità che ci ha unito in questi giorni. Sono tornato a Priverno per la festa patronale (mancavo da qualche tempo) e ho da subito percepito la certezza che mi trovavo a casa, lo ero realmente. Ci siamo sentiti membra uniche di un'unica grande famiglia nobilissima e cordiale.
Ecco cosa resta. E non è poco. Ma l'anno prossimo avremo sempre questi sentimenti?
Credo di sì: se rimarremo radicati e fondati nelle nostre tradizioni, che permeano e guidano la vita presente.
Un caro saluto, amici miei!!
privernensis
Vi lascio con un regalo: il video che ho realizzato con alcune immagini, le più belle, della festa di quest'anno
Video Festa San Tommaso 2014
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