Non è semplice riassumere in poche righe le grandi e molteplici suggestioni che hanno investito, travolto e illuminato un semplice cittadino di Priverno, quale sono io, che conosce, però, bene la lunga e variegata storia di fede del suo popolo antico e nuovo; ma anche la storia sociale e civile che contiene pagine esaltanti e pagine funeste.
Una giornata formidabile, che rimarrà nella storia, impressa nei nostri cuori e nelle immagini che ci ricordano quei momenti. Un nuovo Vescovo diventa Padre del suo popolo. Quel popolo gli è stato affidato da Cristo tramite il Suo Vicario in terra (il Papa). E quel Vescovo viene a visitare il suo gregge. Viene a guidare, a reggere e a governare nel nome di Cristo Capo. Benedetto colui che viene nel nome del Signore: l'espressione del popolo gerosolimitano nel momento dell'ingresso di Cristo nella città santa la Domenica delle Palme esprime bene questo concetto. Il Vescovo è colui che viene nel nome del Signore per guidare i suoi figli nel cammino della vita fino alla patria celeste; viene a reggere e tener salda la fede di noi piccoli; viene a governare questa porzione di Chiesa perchè realizzi il fine per il quale è stata eretta ed esiste nel tempo.
Sono questi i momenti in cui si riscopre la grandezza dell'appartenere alla Chiesa cattolica. Sono queste le sane gioie che illuminano i nostri giorni bui e incerti. Sono queste le storie che la grazia sa tessere insieme come trame di un unico arazzo, che rappresenta una storia di amore, di sangue e di fedeltà.
L'abbiamo accolto come abbiamo accolto tutti i suoi predecessori nel corso dei secoli. Con lo stesso amore e la stessa promessa di fedeltà, ossequio e rispetto.
In Cattedrale sembrava vedere, confuse (ma poi non troppo) fra il popolo che la riempiva in ogni dove, delle persone a noi care tornate sempre troppo presto nella Casa del Padre.
Mi piace pensare lì rappresentata (è un dogma di fede quello della comunione dei santi nella triplice ripartizione della Chiesa: trionfante, purgante e militante) tutta la grande famiglia cattolica, quelli che ci hanno preceduto e attendono il giorno della risurrezione e noi che ancora lottiamo, militi, su questa terra di esilio.
Come ricordi confusi e balzanti, come fiammelle di un unico mistico candelabro, sono tornati per assistere ad un momento storico e immutabile nella sostanza. Cambiano i Pastori, ma l'unico Pastore, Gesù Cristo, è sempre lui presente in questi suoi messaggeri. Come non pensare ai Vescovi che hanno preceduto Mons. Crociata sulle Cattedre delle Tre Diocesi? Almeno gli ultimi: Pio Leonardo Navarra, Emilio Pizzoni, Arrigo Pintonello, Luigi Maria Carli, Domenico Simone Pecile, Giuseppe Petrocchi. E adesso: Mariano Crociata, da ieri uno di noi!
Non sappiamo quali saranno le sue scelte per il nostro bene spirituale, ma gli promettiamo fin da subito il nostro rispetto e la nostra stima incondizionata.
A lui abbiamo detto: Sia benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Ma nel frattempo gli rinnoviamo ancora il nostro: Benvenuto in mezzo a noi, Apostolo, Guida, Padre, Fratello, Amico!
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Un particolare ringraziamento va al clero cittadino e diocesano, all'Arcipretura e al Capitolo Cattedrale nella persona di don Giovanni Gallinari. Un ringraziamento al Sindaco, il dott. Angelo Delogu e all'amministrazione comunale di Priverno, ai Vigili urbani, ai Carabinieri e a tutte le forze dell'ordine che servono la collettività, come pure alle Confraternite e ai giornalisti e fotografi locali e non, al canale televisivo Lazio tv per la diretta e a tutti gli uomini di buona volontà.
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La foto ritrae Mons. Vescovo, che, accompagnato da Mons. Arciprete, dai Cerimonieri, dal clero e dalle Autorità, sale la scalinata della nostra Basilica Cattedrale. Foto del dott. Alessandro Paglia.
privernensis