Presentato in Cattedrale un volume sulla vita e l’operato del sacerdote privernate
Sabato 24 novembre ricorreva il XXV anniversario della morte di don Carlo Passeri.
Prendendo spunto da tale circostanza i familiari hanno voluto ricordarne la figura con un appuntamento significativo, non solo religioso ma culturale: la celebrazione di una Santa Messa in suo suffragio e la conseguente presentazione di un volume intitolato “In memoria di don Carlo Passeri” facente parte della collana “Studi storici sul Novecento” curato dal prof. Silvio Barsi, storico, già preside dell’Istituto Manzoni di Latina), opera che ne esponesse in maniera organica la vita e l’apostolato, svoltosi durante la seconda guerra mondiale e nel periodo della ricostruzione a essa immediatamente successivo. Tale presentazione ha avuto luogo subito dopo la S. Messa celebrata da Mons. Mario Sbarigia, Vicario generale della diocesi, da don Giovanni Gallinari (arciprete-parroco della Cattedrale), da don Isidoro Petrucci (Cancelliere vescovile e parroco a Terracina), da don Amedeo Passeri (nipote di don Carlo, suo collaboratore nell’opera sociale a favore dai ragazzi, e parroco di B.go Flora) e da P. Michele Tuck, Vicario parrocchiale di Roccasecca dei Volsci. La celebrazione è stata animata dal coro parrocchiale.
Nel tratteggiare la figura di don Carlo, don Giovanni si è soffermato sulla spiritualità eucaristica, mariana e tradizionale che caratterizzava il sacerdote, sulla sua schiettezza e affabilità, raccontando anche ricordi personali, molto toccanti e significativi; ma anche sui numerosi incarichi di responsabilità che questi ha ricoperto a livello diocesano (Canonico della Cattedrale, Cancelliere vescovile, responsabile della P.O.A. e dell’O.N.A.R.M.O., assistente del C.I.F., Amministratore diocesano per circa un trentennio, rettore della Chiesa collegiata e assistente della Confraternita del Suffragio …); ma anche a livello sociale. Riguardo quest’ultimo punto è bene soffermarsi sul ruolo che svolse nei difficili tempi della guerra e della ricostruzione.
Ebbe una intuizione a dir poco brillante: la fondazione della Scuola Media “San Tommaso d’Aquino” per la crescita culturale e umana delle giovani generazioni, altrimenti sprovviste della necessaria istruzione. Fra non poche peripezie riuscì nel suo intento. Dal volume del prof. Barsi emergono figure assai lodevoli della nostra storia locale, fra le quali il maestro Raffaele Conti, il medico dott. Alessandro Chiara, il dott. Raniero Oliva, l’avv. Goffredo D’Alessio, il compianto prof. Antonio Caradonna e molti altri). Emerge la figura provvidente del Vescovo mons. Pizzoni, di molti nostri sacerdoti quali don Alfredo Grasso, don Renato Palleschi, don Angelo Masi, mons. Tommaso d’Alessio, don Nicola de Bonis e un sacerdote dimenticato: don Alessandro Galli, maestro, padre e insegnante per molti giovani di allora. Tutti costoro furono impegnati in prima linea per la costituzione di questa scuola tanto necessaria e per la qualità dell’insegnamento. Fare memoria di don Carlo, allora, vuol dire fare memoria della storia della Priverno (ma più in generale dell’Italia) del secolo XIX, coi suoi lutti, le sue miserie, le sue speranze e le sue alte conquiste.
Fu preoccupazione di questo umile sacerdote pensare all’istruzione di coloro che, figli del popolo, non potevano permettersi i costosi collegi di allora o le scuole annesse ai Seminari; i quali venivano lasciati dalle istituzioni in uno stato di desolante ignoranza e rozzezza. Troppo spesso coloro che fanno del bene vengono con troppa facilità dimenticati. Con lo scorrere delle pagine viene fuori tutt’altro che il sacerdote che tutti giudicavamo un popolare e rude figlio di contadini, una persona semplice soggetto di tanti gustosi aneddoti popolari; ma ci viene davanti un uomo tanto sollecito nell’adempiere i suoi doveri, di padre e pastore, ma anche di insegnante, preside e amministratore in vari ambiti e livelli. La sua figura viene riabilitata in pieno dalle pagine dell’autore, avvalorate dalla citazione scientifica di fonti, riferimenti, note … un lavoro encomiabile, che inquadra non solo la figura del sacerdote di Priverno, ma anche il contesto storico generale, dai tempi della sua nascita alla morte.
Questo lavoro e la memoria che ci tramanda è il segno della rinascita culturale e storica che tanto auspichiamo.
Emanuele Onifade